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C’è un po’ di Artusi in Masterchef

QN 22.06.2013

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XVII° Edizione della Festa Artusiana: 22-30 giugno

Quota diciassette per la Festa Artusiana (22-30 giugno), tutt’altro che intimorita dalla cabala dei numeri superstiziosi. Una scommessa iniziata tanti anni fa quando in pochi parlavano di cucina (oggi siamo di fronte a uno tsunami inarrestabile), con lo sguardo rivolto sempre ‘oltre’, quasi volesse segnare un passo ulteriore rispetto al dibattito in circolazione. Lo testimonia il fil rouge di questa edizione: la cucina italiana nel mondo, ieri e oggi. Un tema poco approfondito nei suoi aspetti culturali, malgrado la cucina italiana sia un marchio celebrato in tutto il mondo. Eppure se oggi negli Stati Uniti il 70 per cento dei prodotti italiani non provengono dall’Italia (fonte Fondazione Accademia Barilla) qualche domanda è giusto porsela. Ecco il ‘perché’ di questa nuova scommessa artusiana, che trasforma Forlimpopoli nel baricentro della cucina nazionale con i suoi 150 appuntamenti fra laboratori e degustazioni, e una ventina di incontri imperniati sulla cultura del cibo. Un grande palcoscenico del gusto ai piedi della rocca trecentesca, in pieno centro storico, dove le strade vengono rinominate e i vicoli e le piazze si caratterizzano come veri e propri percorsi gastronomici.

Tutto questo con una peculiarità che da anni caratterizza l’evento: affiancare il cibo inteso come piacere degustativo del palato, alla riflessione culturale e sociale della tavola, al suo uso consapevole, la sostenibilità ambientale, la tipicità, per citare alcuni temi. Di qui, gli App-eritivi a Casa Artusi, appuntamento con la lettura assieme a personaggi noti e ai protagonisti della cultura gastronomica nazionale (Francesca Fellini, Alberto Capatti, Massimo Montanari, Giovanna Frosini, per citare alcuni nomi), l’omaggio a Federico Fellini e al bicentenario Verdiano, la rinnovata tagliatella che unisce Romagna e Toscana e tanto altro ancora.

Di seguito gli eventi principali, con il programma disponibile e scaricabile sul sito www.festartusiana.it

La Cucina Italiana nel mondo
Dopo aver parlato di Artusi in tanti paesi del mondo, soprattutto in occasione del centenario del 2011 con la mostra documentaria e il relativo catalogo multilingue “100, 120, 150: Pellegrino Artusi e l’unità italiana in cucina”, questa edizione della Festa Artusiana cerca di mettere a fuoco, il grande tema della cucina italiana nel mondo.
La cucina italiana ha preso forma, nei secoli, come condivisione di culture locali che si sono incrociate, sovrapposte, arricchite reciprocamente. In questo lungo processo storico – a cui Pellegrino Artusi un secolo fa ha dato un’improvvisa accelerazione – il paese ha visto consolidarsi un’identità gastronomica multiforme e mutevole, ricca di solide tradizioni e di stimolanti innovazioni.
Ebbene, quale ruolo ha avuto in questa storia l’apporto degli italiani emigrati all’estero? Come è stata proposta e interpretata la cucina italiana fuori d’Italia? Che forma hanno preso le nostre tradizioni gastronomiche al contatto con culture diverse? Lo straordinario successo che la cucina italiana incontra oggi nel mondo è frutto della sua forte personalità o della sua capacità di adattamento?
Su questi temi si discute a Casa Artusi domenica 23 giugno alle ore 18,30. Ne parlano Massimo Montanari (Università di Bologna), Simone Cinotto (Università di scienze gastronomiche, Pollenzo), Emanuela Scarpellini (Università di Milano), Margarita Fores, (Casa Artusi Filippine) e, in collegamento Skype dalla California, il Premio Artusi 2007 Gino Angelini. Insieme a loro, altri protagonisti della ristorazione italiana in collaborazione con l’Associazione CIM Cuochi italiani nel mondo diretta da Marco Medaglia.
Non solo. A testimonianza di respiro sempre più internazionale della manifestazione gli spazi permanenti della Festa offriranno degustazioni di cucina tipica austriaca, i profumi e i prodotti dell’Adriatico grazie all’Ecomuseo Casa della Battana di Rovino (Croazia), la cucina catalana, quella francese della regione di Rhone-Alpes, senza dimenticare la celebrazione del gemellaggio con la cittadina di Villeneuve-Loubet patria di Auguste Escoffier giunto alla tredicesimo anniversario, e il legame con la cucina filippina testimoniata dall’apertura di casa Artusi a Manila.

Consegna Premi Marietta Honorem
Locale e globale, in una parola glocal, si intrecciano nel Premio Marietta ad Honorem consegnato a Casa Artusi domenica 23 giugno alle 20,45. Vincitori di questa edizione sono il pasticcere di fama internazionale Miro Mancini e l’ambasciatrice della cucina italiana nelle filippine Margarita Fores. Elemento comune che li unisce: la cucina italiana all’estero, in nome di Pellegrino Artusi. È la loro storia a raccontarlo. Mancini, forlimpopolese d’adozione, si impone a livello nazionale grazie alle sue dolci proposte nell’arte della pasticceria, fa alcune esperienze in giro per il mondo, conclude il suo percorso creativo a Forlimpopoli. Itinerario diverso, ma la sostanza non cambia, per Margarita Fores, stregata dalla cucina italiana in un viaggio nel nostro Paese nel 1986, la esporta nelle Filippine sino a farne un marchio di qualità arricchito dalla figura di Pellegrino Artusi con l’apertura a Manila lo scorso anno di “Casa Artusi Filippine”. Presenziano alla cerimonia due ambasciatori: S.E. Virgilio A. Reyes, Jr. ambasciatore della Filippine in Italia e Luca Fornari, l’ambasciatore italiano a Manila che ha sostenuto l’accordo con Casa Artusi.
Nel corso della serata, per omaggiare la figura straordinaria della fedele Marietta, performance teatrale interpretata dall’attrice Tita Ruggeri, scritta da Sara olivieri dal titolo “Maria Sabatini…detta Marietta”.
Conduce la serata l’artista Enrico zambianchi.
La consegna del prestigioso Premio Artusi, quest’anno all’italoamericana Mary Ann Esposito, avverrà sabato 14 settembre a Casa Artusi.

Premio Marietta: cuochi dilettanti a Casa Artusi
Domenica 23 giugno
ci sarà l’epilogo del Premio Marietta, il concorso nazionale per cuochi dilettanti dedicato alla fedele governante dell’Artusi, Marietta Sabatini. Di scena i cinque finalisti, invitati nella scuola di cucina di Casa Artusi a realizzare i loro piatti, ispirati al celebre manuale artusiano. A giudicarli una giuria di esperti guidata da Verdiana Gordini, Presidente dell’Associazione delle Mariette. Per il vincitore in palio un premio di 1.000 euro, mentre tutti i finalisti riceveranno 5 Kg di pasta.
Il Premio Marietta è promosso dal Comune di Forlimpopoli in collaborazione con l’Associazione delle Mariette che opera a Casa Artusi.

Spettacoli
Tante le proposte dalle performance di strada ai concerti, dagli spettacoli per bambini, alla musica popolare, il blues e il jazz.
Quest’anno gli spettacoli di strada che caratterizzano la festa avranno una regia d’autore: Simone Toni, apprezzato attore e regista, è incaricato della Direzione Artistica, con il compito di selezionare attori non professionisti all’interno  delle scuole di teatro da lui condotti.
Gli artisti selezionati parteciperanno ad un  laboratorio propedeutico a creare occasione di intrattenimento alla Festa, con temi legati al cibo, alla fame e, inevitabilmente, alla nostra Commedia dell’Arte.
Nell’ambito della Festa Artusiana si ripropone ArtusiJazz, festival organizzato dall’Associazione Culturale “Dai de Jazz” di Forlimpopoli che è diventato un appuntamento consolidato per ascoltare dal vivo, nella corte della Rocca, i nomi più importanti del panorama jazzistico italiano.
Importanti le proposte della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli che ha guadagnato negli anni, con un lavoro rigoroso di ricerca e studio, grande credito sia nel panorama nazionale sia in quello internazionale (www.musicapopolare.net).

Ristorazione
Da sempre il ‘buono della festa’ è uno dei piatti forti della manifestazione artusiana, in prima linea nella valorizzazione dei prodotti di qualità, garanzia di genuinità, autenticità e legame col territorio, all’interno di una produzione agro-alimentare rispettosa dell’ambiente naturale e culturale d’origine. Trovano così spazio le iniziative degli agriturismi di Campagna Amica tra Emilia Romagna e Toscana, “I tesori del territorio” con un prodotto, esposto, narrato e degustato ogni sera. E ancora, la “Città dei sapori” con i prodotti di Firenze, Cervia, San Mauro Pascoli, Sogliano al Rubicone, Udine, Verghereto e Polsella; l’Unione Montana Acquacheta; la Comunità Montana dell’Appennino e tante altre proposte ancora.
Oltre 40
inoltre i punti di ristorazione dislocati in diversi luoghi, in aggiunta agli 11 ristoranti già presenti nella città di Forlimpopoli.

Informazioni.
Ufficio Cultura tel. 0543-749234-5 (orario 8-13; durante la Festa 16-21).
Mail: info@festartusiana.it
Siti: www.festartusiana.it  www.forlimpopolicittartusiana.it

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Premio Artusi 2013 a Mary Ann Esposito

La cucina italiana negli States da oltre vent’anni ha un’illustre ambasciatrice che porta le nostre ricette nelle case di milioni di americani. La storia è quella di Mary Ann Esposito, creatrice e conduttrice della serie TV su PBS, “Ciao Italia con Mary Ann Esposito”, nome tra i più celebri negli Stati Uniti. A lei la città di Forlimpopoli ha consegnato il Premio Artusi 2013. Una scelta, quella di Mary Ann, in perfetta sintonia con il tema della Festa Artusiana 2013, incentrato sulla cucina italiana nel mondo.

Il Premio Artusi 2013 le è stato conferito, si legge nella motivazione, per la straordinaria opera di diffusione della cucina italiana negli Stati Uniti d’America. Sia attraverso la produzione televisiva sia attraverso le numerose pubblicazioni, in un lavoro volto al recupero della migliore tradizione territoriale e alla valorizzazione della cucina domestica, cuore della mission di Casa Artusi”.

La cerimonia di premiazione è avvenuta sabato 14 settembre a Casa Artusi. A consegnare il Premio a Mary Ann è stata Cristina Ravaglia, Direttore Generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie del Ministero degli Affari Esteri, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando.

“Negli Stati Uniti il cibo italiano è il numero uno – ha affermato Mary Ann – È un mito come la Dolce Vita, che ancora oggi fa parlare di sé. Il mio compito è quello di farlo conoscere, questo mito, farlo uscire dallo stereotipo di pizza e spaghetti, raccontare le cucine regionali, le tradizioni, le storie, le diverse culture e ingredienti”.

Chi è Mary Ann Esposito.

Autenticità, storia e tradizione: sono le tre parole che rappresentano Mary Ann e la firma del suo stile culinario, che ha fatto di lei una dei cuochi televisivi più amati in America.

In quanto creatrice e conduttrice della serie TV su PBS, “Ciao Italia con Mary Ann Esposito”, ha portato questi tre valori nelle case di milioni di americani.

Quest’anno la serie televisiva, fruibile praticamente in tutti gli stati degli Usa, raggiunge il suo apice con la ventunesima stagione, diventando la più lunga serie televisiva incentrata sulla cucina nella storia della televisione.

Per Mary Ann l’arte della cucina italiana è uno stile di vita.

Quando era una ragazzina a Depew, New York, osservava le sue nonne italiane mentre preparavano bellissimi piatti della grande tradizione regionale. Entrambe le nonne, una siciliana e l’altra napoletana, erano nate in Italia ed erano cuoche professioniste.

Così  Mary Ann ha maturato un profondo gusto per il cibo e la cucina italiani. Ma è stato un viaggio in Italia a determinare la scelta di condurre un programma televisivo per soddisfare il suo amore per la cucina. Così è nato “Ciao Italia”.

Attraverso questa importante serie televisiva, ma anche attraverso  partecipazioni in altri programmi in TV (come “The Today Show”, “Regis and Kelly”, “QVC”, “The Food Network”, “Discovery Channel” e “FOX”, per non parlare di “Martha Stewart Radio”, “RAI International”, “The Victory Garden”, “Simply Ming” e molti altri!) è riuscita a condividere quelle lezioni di cucina apprese da piccola, insieme a spettatori di tutto il mondo.

Mary Ann ha collaborato con gli chef più rinomati al mondo come Julia Child, Todd English, Daisy Martinez, Sara Moulton, Jacques Pepin, Martin Yan e tanti altri.

Moltissime sono le organizzazioni che hanno riconosciuto gli sforzi di Mary Ann di preservare le tradizioni che caratterizzano il cibo e la cultura italiani. La Johnson and Wales University ha premiato Mary Ann con il Distinguished Author Award (“L’Autore che si è distinto”), il St. Anselm College le ha conferito un dottorato ad honorem per la sua dedizione all’insegnamento e al preservare l’autentica cucina italiana. Più recentemente, la “Italian Trade Commission” l’ha nominata onorevole della Camera della Fama.

Nel 2009 l’OSIA (Ordine dei Figli Italiani in America) ha premiato Mary Ann con il premio “Lifetime Achievement in the Culinary & Cultural Arts of Italy” (Successo a vita nelle arti culinarie e culturali d’Italia). Per promuovere la ricchezza storica e i costumi degli italoamericani, Mary Ann prende parte sia all’OSIA che alla NIAF (Fondazione Nazionale Italo-Americana).

Come membro della NIAF, Mary Ann è la portavoce degli annunci pubblici della fondazione stessa. Ha anche invitato a partecipare al suo programma alcuni membri della NIAF, come l’ultimo presidente, il Dr. A. Kenneth Cingoli.

La partecipazione attiva di Mary Ann sia in OSIA che nella NIAF, è stato motivo di ispirazione per la fondazione della Mary Ann Esposito Foundation. L’obiettivo della Fondazione è quello di dare continuità alla tradizione della cucina italiana negli USA, dando un’adeguata istruzione alle future generazioni, anche con utilizzo, ove possibile, di prodotti italiani.

Mary Ann è anche l’autrice di dodici libri  sulla cucina italiana e pubblica spesso sul blog dei giornali online Huffington Post e il Boston Herald. Inoltre, scrive alcune colonne per alcuni dei maggiori giornali e riviste Italoamericani.

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Invito a cena con delitto e polpettone alla zingara

Messaggero 28.05.2013

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L’infinita cura dell’Artusi tra ricette e lingua italiana

Giornale di Brescia 26.05.2013

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Premio Marietta Honorem 2013: Miro Mancini e Margarita Fores

Il Premio Marietta ad Honorem 2013 sarà consegnato al pasticcere di fama internazionale Miro Mancini e alla ambasciatrice della cucina italiana nelle filippine Margarita Fores. Elemento comune che li unisce: la cucina italiana all’estero, in nome di Pellegrino Artusi. Personaggio sempre più glocal, conosciuto in tutto il mondo e nel contempo con le radici ben salde alla sua terra natale (Forlimpopoli). Ne sono testimonianza il profilo dei due vincitori. Mancini, forlimpopolese d’adozione, si impone a livello nazionale grazie alle sue dolci proposte nell’arte della pasticceria, fa alcune esperienze in giro per il mondo, conclude il suo percorso creativo a Forlimpopoli. Itinerario diverso, ma la sostanza non cambia, per Margarita Fores, stregata dalla cucina italiana in un viaggio nel nostro Paese nel 1986, la esporta nelle Filippine sino a farne un marchio di qualità arricchito dalla figura di Pellegrino Artusi con l’apertura a Manila lo scorso anno di “Casa Artusi Filippine”. Insomma, due personaggi che più glocal non si può. Scelta che bene si associa al tema centrale della Festa Artusiana di quest’anno (22-30 giugno), dedicata alla cucina italiana nel mondo.

Promosso dalla cittadina natale di Artusi, Forlimpopoli, il Premio Marietta ad Honorem da qualche anno affianca il prestigioso Premio Artusi, e viene attribuito a personalità che, con modalità differenti, contribuiscono alla diffusione della conoscenza della cultura del cibo. Il Premio Marietta è un omaggio a Marietta Sabatini, la fedele governante dell’Artusi, col quale insieme hanno provato centinaia e centinaia di ricette dando vita al celebre Manuale artusiano.

A Miro Mancini il Premio gli viene assegnato “per aver saputo, nel corso di una lunga e soddisfacente carriera professionale, insegnare a tanti giovani la passione per un lavoro allettante, e far apprezzare, ben oltre i confini territoriali, l’arte della pasticceria  made in Forlimpopoli”.

Queste le motivazioni del Premio a Margarita Fores: “per promuovere la cucina italiana nelle Filippine e dintorni, con passione e competenza. Sostenitrice del pensiero e dell’opera artusiana, ha aperto, in accordo con il centro di cultura forlimpopolese e per le medesime finalità di formazione e ristorazione, Casa Artusi Filippine”.

Nell’edizione ultime edizioni il Marietta ad Honorem è stato assegnato a Tullio Gregory e Alba e Desolina Milandri (2009); Benedetta Parodi e Gabriella Devetak (2010); a Paola Gho e Michele Serra (2011); Stefano Bicocchi (Vito) e Simonetta Agnello Hornby (2012).

La premiazione. Entrambi i vincitori saranno a Casa Artusi a Forlimpopoli (Fc) la sera di domenica 23 giugno per la consegna del premio, in occasione della XVII° edizione della Festa Artusiana. Nella stessa giornata di domenica ci sarà la consegna del Premio Marietta il concorso nazionale per cuochi dilettanti dedicato alla fedele governante dell’Artusi, Marietta Sabatini, le cui iscrizioni si chiudono il 3 giugno prossimo.

Conduce la serata l’artista romagnolo Enrico  Zambianchi, protagonista di  una  comicità visionaria che ha convinto pubblico e critica nei laboratori Zelig vincendo diversi concorsi. Gira l’Italia con il suo spettacolo sempre rinnovato e grazie alla buona conoscenza della lingua inglese, nel 2011 si è cimentato in serate stand-up comedy a Londra, New York  e nel 2012 a Rio de Janeiro in portoghese.

Durante la serata, per omaggiare la figura straordinaria della fedele Marietta, performance teatrale interpretata dall’attrice Tita Ruggeri, scritta da SARA OLIVIERI dal titolo “MARIA SABATINI…DETTA MARIETTA”.

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Margarita Fores, Ambasciatrice della cucina italiana nelle filippine

Margarita comincia la sua carriera culinaria nell’autunno del 1986, quando viene in Italia per un soggiorno dedicato alla cucina e si immerge nella cultura e nelle bellezze del nostro Paese. A Firenze, a Milano e a Roma grazie a tre signore appassionate di cucina, avvia la sua formazione: fa lezione il mattino direttamente nelle loro cucine, impara a trovare gli ingredienti freschi al mercato, e poi a cena in diversi ristoranti dove i suoi mentori continuano l’insegnamento.

Così Margarita impara a preparare e cucinare la pasta, i sughi Italiani tradizionali, la pizza e molto altro ancora.

Dopo il suo ritorno nelle Filippine nel 1987 avvia un festival del cibo, “Italia in Bocca“, e successivamente un’attività di catering chiamata “Cibo di M” che ottiene un successo straordinario.

Dopo dieci anni apre il primo ristorante, “Cibo“, che propone un ricco menu con antipasti, zuppe, insalate, paste, secondi, pizza, dolci della cucina italiana. Oggi, “Cibo “, è una catena con undici punti nei maggiori centri commerciali della Metro Manila, e continua a ricevere riconoscimenti e nomination per premi quali “Miglior Ristorante Delle Filippine”.

D’altro canto il catering di Margarita, conosciuto per il suo menù autentico e personalizzato e per lo stile di una cucina domestica, non solo Italiana ma anche tradizionale Filippina, caratterizzato dall’uso di prodotti locali e importati freschi e di altissima qualità, continua ad essere uno dei più richiesti a Manila. “Cibo di M” è oggi il catering ufficiale del presidente della Repubblica delle Filippine, per i banchetti statali, i ricevimenti “Vin d’Honneur“, le celebrazioni del Giorno dell’Indipendenza Filippina, così come in altre celebrazioni ed eventi ufficiali.

Margarita ha anche aperto, nel 2003, un ristorante di classe che propone i migliori piatti italiani. “Pepato”, questo il suo nome, è stato votato come uno dei “Ristoranti di Maggior Qualità”

Nel 2009 ha aperto “Lusso” al “Green Belt 5 Mall” all’Ayala Center, un’enoteca gastronomica dal gusto tutto europeo, ispirato all’Harry’s Bar a Venezia.

Sempre nel 2009 ha aperto formalmente la sua azienda, “M Concepts & Style”, rappresentazione della sua ingegnosità in tutto ciò che è legato allo stile di vita, con le diverse etichette: “Gastroteca di M”, per il cibo, le delicatessen e i prodotti artigianali; “Casa di M“ per i prodotti della casa; “ Fiori di M Food & Florals Scapes “ per creazioni floreali stilizzate e uniche che usano scarti della natura, materiali riciclabili e piante vive.

Nel marzo 2013 Margarita e Alvin Lim hanno aperto “Grace Park”, un Ristorante all’avanguardia, luogo di incontro della cultura filippina del naturale, del biologico, dove i prodotti derivano direttamente dalla sua fattoria. La punta di diamante di tutte le sue strutture.

Margarita ha scoperto con Casa Artusi, il lavoro di Pellegrino Artusi e ne ripropone la filosofia e le ricette tratte dal manuale di cucina più famoso al mondo. Per questo nel maggio 2012 ha avviato “Casa Artusi Filippine”, punto di riferimento non solo per i Filippini, ma per tutta l’Asia, in quanto centro enogastronomico costruito per onorare l’arte e la scienza della cucina delle case italiane. E’ una collaborazione di valore inestimabile che rafforza la presenza della cucina e della cultura Italiana nelle Filippine, così come nel resto della regione dell’Asia del Pacifico .

Quest’anno Margarita, alla Festa Artusiana, preparerà alcuni piatti tradizionali tratti dal suo  “Kulinarya” : una rara e ineguagliabile opportunità di conoscere la cucina Filippina.

“Il Premio Marietta ad honorem 2013 a Margarita Araneta Fores che, imprenditrice e cuoca di Manila, promuove la cucina italiana nelle Filippine e dintorni, con passione e competenza. Sostenitrice del pensiero e dell’opera artusiana, ha aperto, in accordo con il centro di cultura forlimpopolese e per le medesime finalità di formazione e ristorazione, Casa Artusi Filippine”.

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Miro Mancini, re della grande pasticceria

Forlimpopolese d’adozione, Miro Mancini ha iniziato ad apprendere il mestiere sul finire della seconda guerra mondiale, quando a 12 anni, verso le due di mattina raggiungeva in bicicletta il lavoro e tutto scarseggiava: il cacao era introvabile, le uova erano vendute a peso d’oro, lo zucchero razionato. Per conservare il gelato si usavano mastelle foderate di sughero e poi tanto ghiaccio e sale. Insomma un’epoca fa.

Carpiti i segreti dell’arte della migliore pasticceria presso un importante locale frequentato dalla “Forlì bene” del tempo, Miro a 25 anni decide di mettersi in proprio e trasferirsi a Forlimpopoli, dove pareva che ciambella e zuppa inglese potessero bastare per addolcire le giornate di festa.

Da allora non l’ha fermato più nessuno.

Mago dei gelati con frutta vera, latte intero e uova fresche, creatore di memorabili semi-freddi, specialità della casa, e bomboloni, Miro ha conquistato non solo i forlimpopolesi, ma tutti coloro che la domenica venivano in pellegrinaggio con l’acquolina in bocca.

Ha allietato la vita con zuccotti, meringhe e tartufi al gianduia, ha preparato un’infinità di torte nuziali e ha lavorato in Europa, al seguito di personaggi che nel giorno del matrimonio chiedevano una torta speciale. A lui si rivolgevano prestigiosi locali come il ristorante Casali di Cesena o l’Hotel a Cesenatico dell’amico Giorgio Ghezzi, intramontabile portiere del Milan. A proposito: l’altra grande passione di Mancini è sempre stata il calcio, mai abbandonata nel corso degli anni.

Nel 1963, sposa Argentina che diventerà partner inseparabile anche nel lavoro e a cui dedicherà, per la gioia dei clienti, la omonima torta.

Maestro di tanti giovani-apprendisti, lascia la sua Forlimpopoli nel ‘76 per diventare un professionista giramondo. Nel 1980, in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II in Romagna, è uno dei pasticceri incaricati di preparare l’artistica torta alla frutta che chiude in bellezza il pranzo d’onore a Forlì.

Nel 1981 viene chiamato ad East London, a 1.000 km da Città del Capo in Sud Africa, per aprire una scuola di gelateria (usando le uova di struzzo) e gestire un locale tutto suo.

Nel 1986 riapre la pasticceria Mancini a Forlimpopoli, nella sede storica di Via Costa, dove con Argentina e il figlio Stefano, continua fino al Duemila ad addolcire la vita a tutti i suoi numerosissimi clienti che venivano da ogni dove.

In pensione dall’età di 68 anni, dopo 57 anni di lavoro, Miro continua ad occuparsi delle sue passioni: calcio e buona cucina, senza rinunciare a regalare a qualche amico un semifreddo  memorabile, qualora se ne presenti l’occasione.

A premiarlo a Casa Artusi è stato il sindaco Paolo Zoffoli.

A Miro Mancini, il Premio Marietta ad honorem per aver saputo, nel corso di una lunga e soddisfacente carriera professionale, insegnare a tanti giovani la passione per un lavoro allettante, e far apprezzare, ben oltre i confini territoriali, l’arte della pasticceria  made in Forlimpopoli”.

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Varesi racconta il suo Artusi

Valerio Varesi, il celebre giornalista-scrittore, è stato ospite a Casa Artusi per presentare il suo ultimo romanzo, ‘Il rivoluzionario”. Ci siamo fatti raccontare il “suo” Artusi.
Se le dico Artusi, la prima cosa che le viene in mente?
“La cultura della cucina, quella capacità di salvare dall’oblio tante ricette che sarebbero finite nel dimenticatoio. La gastronomia fa parte del nostro patrimonio, così come i nostri monumenti. L’Italia dovrebbe fare un monumento ad Artusi: per la prima volta ha raccolto in un libro le tante cucine regionali con le loro tradizioni”.
Ricordi personali di Artusi?
“Una bellissima edizione dell’Einaudi che mi sono letto a suo tempo. Aggiungo la biblioteca tematica proprio qui a Casa Artusi, ben curata e fornita”.
È ancora attuale il manuale artusiano?
“Le ricette invecchiano nella misura in cui i cibi cambiano. Oggi siamo di fronte a mangiari più standard e industriali, anche se assistiamo a un ritorno del naturale e del biologico. Credo però che lo spirito dell’Artusi, quella capacità di mettere insieme gli ingredienti come un alchimista, sia rimasto intatto. Il gastronomo di Forlimpopoli è come un narratore e un poeta: il problema non sono le parole, ma come metterle insieme. Così è l’Artusi con gli ingredienti”.
Cosa ne pensa dell’invasione della cucina in televisione?
“E’ una domanda che mi pongo spesso, per la sua paradossalità: siamo un popolo di obesi e sedentari che dovrebbe mangiare meno e invece assiste passivo alla invadente offerta televisiva”.
Che risposta si è dato?
“A mio parere noi proiettiamo sul cibo quella che è una libido di altro genere. Per esempio la passione politica che viene meno: ci si butta nel cibo come consolazione. Il rapporto col cibo ha a che fare con la mente, può essere quindi un sintomo di disagio sociale, di solitudine, di mancanza di identificazione dell’individuo da questo mondo. Parlo ovviamente di un processo inconscio”.
Al suo commissario Soneri piace mangiare bene: come concilia lo stare a tavola godereccio con i ritmi frenetici delle sue indagini?
“Soneri è un indagatore lento, induttivo, diverso dai commissari anglosassoni dai ritmi sincopati che si affidano alle più moderne tecniche investigative. Soneri, invece, riflette molto sulla realtà, entra nel profondo delle cose. Per me il giallo è lo strumento per raccontare ciò che avviene attorno a noi”.
A Soneri piace la cucina emiliana: si aprirà anche a quella romagnola?
“Lui sta molto bene nel suo habitat, è un conservatore in fatto di gusti, anche se non è chiuso ad altri sapori. Non escludo che ciò possa avvenire”.
Filippo Fabbri

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Ricetta d’autore

In Tavola 01.04.2013

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