2006

Andrea Albertazzi

Andrea AlbertazziBologna
professione: videomaker

Un finale a sorpresa per il Premio Marietta 2006: la giuria ha decretato vincitore Andrea Albertazzi di Bologna, ammesso alla fase finale del Premio all’ultimo momento, dopo la rinuncia di uno dei cinque finalisti. Andrea, videomaker di 32 anni, ha convinto i palati dei giurati con la ricetta dei “Pici con aglione”, per “l’originalità del bouquet di sapori proposti, e per la differenza della consistenza del piatto, dovuta in particolare alla presenza del pane croccante”.

RICETTA: Pici all’aglione come pare a me

Ingredienti:

  • 400g di pici (si trovano in terra senese insieme a tante altre belle
  • e buone cose)
  • 150g di pinoli
  • Olio d’oliva extravergine
  • 200g di pancetta (a piacere anche guanciale o bacon)
  • 200g di pomodorini datterini (quelli sardi dolci dolci)
  • basilico
  • 1 accuga
  • 50g di scalogno
  • aglio a volontà
  • 200g di mollica di pane
  • Ricotta salata

Preparazione:

Fare cuocere i pici in abbondante acqua salata a piacere. In una casseruola scaldare l’olio, soffriggere lo scalogno tritato finemente e gli spicchi d’aglio interi e spellati (non avere paura di esagerare essendo interi si possono successivamente mettere da parte), aggiungere l’acciuga tritata fine, unire i pinoli e farli tostare insieme alla pancetta a cubetti, salare e pepare a gusto, e, se si vuole aggiungere anche una puntina di peperoncino, ma non troppo, verso fine cottura. Fare scottare insieme al sugo che state preparando i pomodori opportunamente tagliati a piccoli spicchi, cuocere per pochi minuti. Finire con foglie di basilico sminuzzate con cura a mano. Scolare i pici al dente e unire il tutto saltando in padella per un minuto. Servire su un piatto di portata con una pioggia di mollica di pane fritto in precedenza (per quest’ultimo ingrediente basta poco, Scaldare un po’ d’olio in una padella e unire la mollica di pane sminuzzata a mano , o tagliata più regolarmente con un coltello: si rosolerà in pochissimo tempo). Accompagnare con del buon vino rosso corposo e chiacchiere piacevoli, per chi piace aggiungere una velata di ricotta salata grattugiata a scaglie sottili.
I pici hanno un tempo di cottura medio di 20 minuti: il tempo necessario per preparare tutto il resto.
Metodo di cottura: fornello
Buon appetito e buon divertimento (non esagerate col vino).

Finalisti del Premio Marietta

Giuria del 7 giugno 2006

Sig. Felice Campodonico – Imperia
Dirigente bancario
Ricetta: “ravioli a modo mio”

Sig.a Vittoria Tassoni – Tarquinia (VT)
Caposala sala Operatoria
Ricetta “fettuccine al sugo di baccalà”

Sig. Francia William – Forlì
Impiegato di banca
ricetta: “cappellacci tricolore”

Sig.ra Mirna Bertozzi-Forlimpopoli FC
casalinga
ricetta: “quadrucci con pisellini, in brodo matto”

Andrea Albertazzi-Bologna
Videomaker
ricetta: “pici con aglione”

I Premi Marietta Ad Honorem

Anche nel 2006 sono stati conferiti due Premi Marietta ad honorem a personalità di spicco che si sono distinte nel settore gastronomico a livello internazionale: si tratta di Leda Vigliardi Paravia, “gladiatrice” della cucina italiana a Parigi, e Vittorio Tonelli, studioso della tradizione gastronomica e contadina romagnola. Due personalità certamente diverse, ma accomunate dalla grande passione per la cucina italiana e dalla capacità di descriverla e raccontarla agli altri in modo piacevole e accattivante.

Leda Vigliardi Paravia

Leda Vigliardi ParaviaLeda Vigliardi Paravia vive a Parigi da anni, è delegata onoraria dell’Accademia Italiana della Cucina a Parigi e consigliere gastronomica per l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, ha scritto numerosi volumi sulla cucina regionale italiana (tra cui La cuisine italienne, 160 recettes, nella collezione “De mère en fille”, Di madre in figlia”, nel 2000) e ha svolto un’intensa opera di divulgazione.

Prima di approdare alla gastronomia, Leda Vigliardi Paravia ha vissuto diverse vite, proprio come i gatti: negli anni ’60 si è occupata di musica leggera nell’industria discografica italiana, poi è passata all’arte, all’architettura e alla decorazione, fino ad approdare – all’inizio degli anni ’80 – alla sua grande passione per la cultura gastronomica. I primi passi da gourmand li ha mossi a Roma, fondando la Scuola gregoriana di cucina regionale italiana, attiva fino al 1985. Poi, trasferitasi a Parigi nel 1986, in oltre 20 anni è riuscita a diventare punto di riferimento autorevole per la cultura culinaria della sua terra, una vera “gladiatrice” dei sapori italiani in Francia.
Leda Vigliardi è delegata onoraria dell’Accademia Italiana della Cucina a Parigi, consigliere gastronomica per l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, ma anche Commandeur dei Cordon Bleus di Francia, segno che la sua passione per la cucina non si ferma ai confini geografici itaiani. La sua intensa attività come giornalista gastronomica l’ha portata a collaborare in questi anni con numerose testate, La gola di Milano e Italia

Oggi in Italia, l’Express, Autrement e Cuisine et Vins de France in Francia, El Pais in Spagna, e Slow, la rivista fondata da Slow Food tradotta in numerose lingue. Ma la sua attività di divulgazione non si ferma alla carta stampata: nel 2003 e 2004 ha animato insieme a Jean Luc Petitrenaud alcuni programmi sulla gastronomia italiana andati in onda su tv e radio francesi. Tra le attività più rilevanti per la difesa e la valorizzazione per la tradizione gastonomica italiana, negli anni ‘90 Leda ha fondato “L’invito”, una associazione per la diffusione della gastronomia italiana sotto il patronato dell’Istituto Italiano di cultura di Parigi e dell’Ambasciata Italiana in Francia, che si è trasformata dal 94 al 96 una vera propria scuola di cucina italiana che ha fatto impazzire gli amanti della buona cucina italiana a Parigi.

Al suo attivo conta numerosi volumi sulla cucina regionale italiana, tra cui La cuisine italienne, 160 recettes, nella collezione “De mère en fillie”, (Parigi, 2000, seconda edizione 2004), Casanova, un vénitien gourmand (Parigi, 1998, pubblicato anche in Italia e Germania), Gourmet Italian Cooking, il primo CD Rom sulla cucina regionale italiana (Tel Aviv, 1995), Je Mange et J’aime ça: Les 100 Meilleures Recettes du Terroir Italien (Paris, 1994, tradotto anche in turco e coreano), La Gastronomia del Friuli e Umbria da Scoprire (1989 e 1988). Ha inoltre curato il capitolo relativo alle ricette italiane nel volume Carte Postale Gourmande di Jean Luc Petitrenaud (Parigi, 2005), tutta la parte riguardante l’Italia nel volume Larousse Gastronomique, la “Bibbia” della gastronomia internazionale (Parigi, 1996) e ha collaborato al Dizionario della Gastronomia diretto da Alberto Capatti (Novara, 1990).

E la sua passione per la cucina si esprime anche tra le mura domestiche, dove ama ricevere gli amici, anche senza preavviso, e inventare piatti nuovi e originali, scegliendo da un frigorifero sempre pieno di buoni prodotti della migliore tradizione italiana.

Vittorio Tonelli

Vittorio TonelliVittorio Tonelli è nato ed è tuttora residente a Sarsina (nella Valle del Savio, in provincia di Forlì Cesena): maestro elementare per quarant’anni, dal 1974 ad oggi ha scritto una trentina di volumi sulla storia, la cultura, la tradizione gastronomica e folcloristica della Romagna, tra cui, i più recenti, Vita operosa e gaia nell’aia romagnola (2005), Per le antiche strade di Romagna (2004), e Le uova d’oro. Pollicoltura e cucina romagnola (2003).

La grande Storia passa attraverso il racconto delle piccole storie, dei visi, dei mestieri, degli aneddoti della vita quotidiana. Vittorio Tonelli, appassionato studioso della storia e cultura di Romagna, è maestro per eccellenza delle piccole storie: negli ultimi 30 anni, dal 1974 ad oggi, ha scritto una trentina di volumi (circa uno all’anno) sulla storia, la cultura, la tradizione gastronomica e folcloristica della Romagna, partendo sempre da una visione antropologica che mette al centro la persona, il suo racconto, il suo vissuto.

Vittorio Tonelli vive tuttora nella sua città natale con la moglie Giuseppina, preziosa collabroratrice. Padre di due figli e nonno di tre nipoti, Tonelli è stato maestro elementare per 40 anni, vivendo sempre tra queste montagne. Montagne colte, dove il padre muratore amava leggere I Promessi Sposi e dove si passavano le serate ad ascoltare i racconti degli anziani in dialetto intorno al fuoco. Riti, tradizioni gastronomiche, filastrocche e aneddoti della vita contadina hanno riempito la vita di Tonelli per anni, fino a quando hanno trovato spazio per uscire: un fiume in piena che Tonelli non è più riuscito a trattenere, e ha dovuto riversare in pagine e pagine che dal 1974 hanno dato vita a circa 30 volumi. Interviste personali, ricerche d’archivio, racconti della tradizione orale, fotografie di un tempo: Tonelli parte da un materiale amplissimo e variegato e lo organizza con competenza e passione, utilizzando una scrittura piacevole e divertente, mai banale o retorica.

Tra le sue opere, otto sono dedicate in particolare all’enogastronomia di Romagna: Le uova d’oro. Pollicoltura e cucina romagnola (2003), La carne dei povberi. Fagioli e altri legumi in Romagna (Faenza 2002), Latte e latticini nella tradizione romagnola (Faenza 2001), L’albero del pane. Castagne e cucina romagnola (Faenza 2000), La festa del maiale grasso in Romagna (Faenza 1998), Sapore di pane e di vita romagnola (Imola 1991) Vino e Romagna contadina (Imola 1989), A tavola con il contadino romagnolo (Imola 1986).
Altre opere descrivono la terra di Romagna da diversi punti vista: tra i più recenti, Vita operosa e gaia nell’aia romagnola (2005), Per le antiche strade di Romagna (2004), Il fiume nella Romagna dei ricordi (Faenza 1999), La cartella di pezza. Quando il nonno andava a scuola in Romagna (Faenza, 1997), Romagna è donna, (Cesena, 1994).