2002

Premio “Pellegrino Artusi” a Alberto Cairo

Alberto CairoI tribunali di Torino e gli ospedali di Kabul sembrano lontani anni luce. Ma non è così.

O almeno non lo è per Alberto Cairo, piemontese di Ceva, Cuneo, 48 anni, che dopo aver cominciato la carriera come avvocato ha lasciato la professione alla ricerca di “un modo migliore per essere utile agli altri”. E c’è riuscito. Abbandonata la carriera giuridica, Alberto Cairo si è diplomato a Bosisio Parini, Como, presso la Scuola di Fisioterapia dell’OVCI, con cui ha poi lavorato a Juba, Sudan, per tre anni. Con il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) è quindi partito per l’Afghanistan, terra devastata dalle mine antiuomo in una concentrazione tra le più alte del mondo. Alberto Cairo vive a Kabul da tredici anni, ed è responsabile del Progetto Ortopedico Afghanistan del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Il progetto ha sei centri sparsi per tutto il paese, principali punti di riferimento per la creazione di protesi e la riabilitazione di ogni genere di disabili. Un terzo di essi sono vittime delle mine. Solo lo scorso anno, nei sei centri, più di 6.000 persone sono state “rimesse in piedi” o hanno camminato per la prima volta nella loro vita.

Aperti nel 1988 per i feriti di guerra e nel 1994 a tutti i portatori di handicap motori, i centri del CICR in Afghanistan hanno curato ad oggi circa 50.000 persone, fabbricando protesi, sedie a rotelle e stampelle, offrendo più di 350.000 sessioni di fisioterapia. Di tutto ciò va reso merito ai 302 lavoratori afgani, fra cui 35 donne, nella maggior parte (80%) handicappati ed ex pazienti dei centri. Sono loro le persone più adatte a capire i problemi e le esigenze psico-fisiche dei pazienti, quelle in grado di offrire un servizio migliore ed essere un grande esempio di speranza e ottimismo per i nuovi pazienti. Nel 2001 i centri del CICR hanno fabbricato quasi 4.000 protesi e 6.500 ortesi (corsetti, tutori e scarpe ortopediche), quasi 800 carrozzine e 5.700 paia di stampelle, curando un totale di più di 10.000 disabili. E in condizioni non sempre facili. “La plastica ed i macchinari arrivano dall’Europa – spiega Cairo – ma cerchiamo di utilizzare quanto più possibile materiale reperibile sul posto: per esempio, il caucciù che serve per fare i talloni dei piedi è fatto con la gomma dei pneumatici dei carri armati russi. Ricicliamo poi la plastica delle protesi non più riparabili: fondendole, otteniamo nuovi pezzi. Ma non si pensi che le nostre protesi siano “di fortuna”: i test, cui continuamente le sottoponiamo, dicono che per tecnica, qualità ed estetica, non sfigurerebbero assolutamente neppure in Europa”.

Al programma di riabilitazione diretto da Alberto Cairo si sono aggiunti, negli ultimi anni, dei progetti di reinserimento sociale degli handicappati. Da quattro anni è attivo un progetto di “microcredito”, cominciato inizialmente con fondi privati, per il finanziamento di piccole attività commerciali, come la riparazione di biciclette, di orologi, la vendita di libri e quaderni, di frutta e verdura, di cosmetici, mini-ristoranti. Finora, nella sola Kabul, sono state finanziate 1.600 attività. Circa l’80% dei piccoli imprenditori restituisce con regolarità il prestito nelle previste 18 rate mensili senza interesse. Un team di cinque amputati gira tutta Kabul e dintorni per consigliare e controllare le microattività. In bicicletta, percorrono fino a 50 chilometri al giorno. I centri ortopedici del C.I.C.R. offrono inoltre ai disabili dei programmi di formazione professionale e scolastica ed un servizio di ricerca di impiego, attraverso il quale dal 1996 ad oggi più di 500 pazienti hanno trovato lavoro presso il C.I.C.R. stesso o presso altre organizzazioni non governative.

Ad Alberto Cairo (Italia) viene assegnato il Premio Artusi 2002 per la preziosa e incessante attività che da 13 anni svolge – con coraggio e abnegazione – nei Centri Ortopedici della Croce Rossa Internazionale in Afganistan, impegnandosi a favore di mutilati e invalidi. In una terra dove la vita è una sfida ai limiti del sopportabile anche per chi ha la fortuna di essere sano, l’impegno di Cairo non solo compie il miracolo di “restituire” gambe e braccia a chi le ha perse, ma offre loro la possibilità di riscattarsi dalla miseria e recuperare un ruolo dignitoso nella società, attraverso il microcredito ed i progetti di reinserimento sociale, di formazione professionale e scolastica.

Consegna il premio Vasco Errani – Presidente della Regione Emilia Romagna

Premio Artusi 2002 al “cuoco del secolo“ ECKART WITZIGMANN

Eckart WitzigmannSciatore, viaggiatore, ma soprattutto un grande cuoco: il Premio Artusi viene assegnato quest’anno ad Eckart Witzigmann, nato nel 1941 a Bad Gastein in Austria e insignito del prestigioso titolo di “cuoco del secolo” nel 1994.

Dopo la scuola commerciale e alberghiera nella sua città, sono cominciati per Witzigmann gli anni della professione e dei viaggi. Conosciuto in questi anni anche come eccellente sciatore competitivo, Eckart Witzigmann arricchì il suo curriculum professionale in prestigiosi ristoranti, tra i quali il Grand Hotel Axelmannstein a Bad Reichenhall,, l’Hotel Petersberg a Königswinter, l’Hotel National a Davos (Svizzera), il Grand Hotel Hof Ragaz a Bad Ragaz. Ma il momento cruciale della sua carriera risale al periodo trascorso presso l’Auberge de l’Ill dei fratelli Haeberlin a Illhäusern, dove si realizzò la svolta decisiva verso la cosiddetta “nouvelle cuisine”. Eckart Witzigmann ebbe infatti l’occasione di studiare la cucina francese dove avevano operato i suoi principali artefici: Bocuse, Simon, Vergé, i fratelli Troisgros e i fratelli Haeberlin. Trascorsi 13 anni all’estero (da Stoccolma a Londra, da Bruxelles a Washington D.C) Witzigmann tornò definitivamente in Germania dove, come cuoco del Tantris i Gourmet, stupì tedeschi e critici con vere orge di piacere e di gusti, mostrando la nouvelle cuisine fatta di miscela di sapere e talento, fantasia geniale e familiaritá nel trattare prodotti di prima qualità: una grande e costosa cucina pregiata che mette al primo posto il gusto del prodotto, servendosi esclusivamente di prodotti naturali.

Nel 1978 Witzigmann aprì un proprio locale, “la Aubergine” a Monaco, che già dopo un anno ricevette come primo ristorante in Germania le tre stelle Michelin. I più grandi del mondo sono accorsi a Monaco per gustare le sue specialità, come la coppia regale svedese, la Queen, il re del Belgio, il re di Norvegia e del Marocco e diverse star e artisti.

Per il suo impegno nell’arte culinaria francese a Witzigmann è stato conferito nel 1991 l’ordine dei “Chevalier des Arts et Lettres” dal Ministro della cultura francese Jack Lang. Tra i numerosi premi ricevuti nella sua lunga carriera, ricordiamo il prestigioso riconoscimento di “Cuoco del Secolo“ che gli fu conferito nel 1994 da Gault Millau e la registrazione nel 1999 nella “Hall of Fame de Grands Chefs“, con un calco in bronzo delle sue mani. Witzigmann é inoltre cofondatore dell’associazione “Eurotoques” nata nel 1986 a Bruxelles come prima associazione di cuochi internazionale, che si è battuta presso il Parlamento Europeo per l’introduzione di alti parametri di qualità nei campi dei generi alimentari e della gastronomia.

Allo chef Eckart Witzigmann (Austria) viene assegnato il Premio Artusi 2002 per aver dato una svolta fondamentale alla tradizione gastronomica tedesca interpretando in modo straordinario e personalissimo la cucina dei grandi Maestri . Una miscela di sapere e talento, fantasia geniale e professionalità hanno portato ad una cucina di grande pregio che mette al primo posto il prodotto, per cui Witzigmann conduce da sempre battaglie a difesa degli standard di qualità. Una grande firma della cucina mondiale, a cui ben si addice il titolo di “cuoco del secolo”.

Consegna il premio il Sig. Gualtiero Marchesi, premio Artusi 1998

Ai due vincitori del Premio Artusi viene consegnato oltre alla somma di 5000 Euro la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica, On.le Carlo Azeglio Ciampi